I calciatori (*)
Settembre, andiamo. E’ tempo di giocare.
Ora in terra teramana i calciatori
Lascian le case e vanno a gareggiare.
Scendono sul campo in erba sintetica
Che verde è come una donna bisbetica.
Han bevuto profondamente bibite dopate
E perciò potranno fare solo delle gran cacate.
Il sole sconocchia loro le capocce già quasi calve
Ma non illumina le parti intime che ormai sparano a salve.
Zoppichìo, calpestìo, invocazioni a Dio, quanti rumori!
Oh, perché cazzo non sono anch’io con quei calciatori?
(*)La poesia è chiaramente ricalcata su “I pastori”,
di D’Annunzio,
ma l’autore finge di non saperlo.